Da qualche tempo a questa parte la rete non sembra più un luogo tanto libero. Ogni pagina, o quasi, che cerchiamo di aprire ci costringe ad accettare condizioni che sembrano afferamare continuamente il ricatto cui il capitale sottopone le persone: se vuoi navigare devi rinuciare ad una parte della tua libertà sottoscrivendo il contratto che su questo sito ti sottopongo. E così il web, uno spazio nato libero ("liscio" direbbero Deleuze e Guattari), si è trasformato in un ginepraio di vincoli e condizioni, in cui il soggetto è costretto a sottoscrivere la propria sottomissione anche centinaia di volte al giorno, ogni volta che si apre una pagina, anche se quella pagina è stata più volte visitata. L'alternativa è sorbirsi pacchetti di pubblicità spazzatura che non si capisce neanche come faccia ad essere ammessa legalmente. 
Senza dire dei vari social, veri dispositivi di segregazione sociale, in cui non si può far altro che isolarsi dal mondo. 
Su questo sito, rigorosamente autogestito, e orgogliosamente "non sicuro", come recita l'avviso nella barra degli indirizzi del browser riservato a chi non paga per le certificazioni, nessuno vi chiederà di sottoscrivere qualsivoglia condizione e potrete navigare a vostro piacimento nei materiali a disposizione. Ci piace marcare una differenza dall'assoluta maggioranza dei contenuti in rete se non altro per regalare un'effimera sensazione di libertà. Città Future come presidio di libertà, mossa, come recitava la sua presentazione del lontano 2010, da una concezione della Politica come scienza concreta della totalità. Perciò non c’è argomento che non attenga la sua natura. Città Future è il contrario di una rivista specialistica, che rivendica il proprio approccio non settoriale a quanto ci capita di raccontare, con la necessaria lentezza.