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05
Ottobre 2011

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ECCO IL QUINTO NUMERO

Redazione

 

Come nello scorso numero, anche il quinto, che qui vi presentiamo, mantiene una struttura ripartita fra un nucleo di articoli di "attualità" e un secondo composto da "rubriche", inteso come spazio di approfondimento su alcune diverse tematiche; un terzo dedicato "all'inchiesta"; ed infine, un quarto di "recensioni".

           

Il primo nucleo di articoli, è concentrato soprattutto sui movimenti che si sono avuti negli ultimi mesi e sul senso che essi hanno avuto. Si esplorano, in essi, le chiavi di lettura, e  i limiti stessi degli sviluppi in corso. In particolare con l'editoriale Capitalismo post-umano. Forme della politica nel 2011, si tenta una lettura d'insieme dell'epoca attuale, in relazione alla trasformazione della velocità degli eventi storici, contraddistinti da una sorta di accelerazione di segno negativo del presente. Abbiamo, dunque, analizzato il caso odierno in cui un nuovo orizzonte per l'umanità sembra sforzarsi di venire alla luce attraverso movimenti sempre più di massa e legati, gli uni agli altri, a livello internazionale.

Il secondo articolo, Oltre tutto. A dieci anni dall’11 Settembre, di Giulia Inverardi, descrive il modo in cui si manifesta nelle società occidentali la paura dell'altro. Essa è riuscita a trasformare il terrorismo da effetto economico, in causa politica, secondo un processo sillogistico che ha l'unico scopo di offuscare la ragione ed imporre un non-pensiero unico.

Con il terzo articolo, Intervista allo scrittore tunisino Fathi Ben Haj Yahia, di Roberta Rodriquez, invece, abbiamo un’intervista-racconto sulle contraddizioni della rivolta tunisina. In essa, infatti,  bellezza ed entusiasmo dei primi giorni della libera insurrezione cominciano a confrontarsi con i limiti concreti di un processo che non possiamo considerare concluso né, d’altro canto, facilmente riconducibile a forme politiche tradizionali.

Il quarto articolo, Indignados. Alcune note sul movimento 15-M, di Daniel J. Garcia Lopez e Pablo José Castillo Ortiz, testimonia, invece, con le parole di due attivisti, lo sviluppo e il possibile futuro di un movimento, quello spagnolo, divenuto modello di contestazione e protesta in giro per il mondo. Mondo in cui sembra che le pratiche interagiscano e si ispirino l’una con l’altra in modo più veloce ed intenso.  

 

Con il secondo nucleo di articoli, inauguriamo, a partire da questo numero, una nuova concezione delle rubriche della rivista, intese come programma di studio da lanciare e far vivere mediante il contributo di chi sia interessato. In questa maniera, infatti, il quinto ed il sesto articolo, Il declino dell’attuale modello di sviluppo e la nascita di un nuovo tessuto sociale e LECS - Low Energy Coherent System: una rivoluzione tecnico-scientifica, rispettivamente di Guido Cosenza e di Roberto Germano, rappresentano l'incipit di un vero e proprio gruppo di studio che trova spazio nella nuova rubrica sulla transizione (oltre il capitalismo). L’intento di questa rubrica è di sostanziare un'interpretazione scientifica e positiva del concetto di crisi, in base all'analisi delle sue forme concrete e, soprattutto, delle possibili soluzioni ad essa in vari campi.

Allo stesso modo il settimo articolo, False città, di Alessandro D’Aloia, si propone, dunque, di aprire una riflessione più vasta e variegata, che vuole trovare spazio anch'essa in un'apposita rubrica-gruppo di studio sulla città, quale misura concreta delle scelte politiche della società e come meta-oggetto (città – ambiente –territorio), che esige una nuova attenzione collettiva in connessione alle misure da prendere in campo economico (de-finanziarizzazione dell'economia, intesa come ritorno "in situ" dell'accumulazione di valore che il lavoro umano genera).

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Il nucleo dell’inchiesta è aperto dall’articolo Conversazione calabra, di Giulio Trapanese, sulla famiglia e i suoi attuali problemi, in una società in cui la spinta all'individualismo, insieme al disancoraggio delle persone dai luoghi e del tempo del vivere comune, produce una disgregazione che non risparmia certo il concetto di famiglia pervenutoci dalla tradizione.

Questo nucleo prosegue con un interessante diario di viaggio, Un viaggio nel Kurdistan che ho conosciuto, di Alessandro Paolo, il quale ci narra di terre e questioni lontane, ma al tempo stesso vicine, dimenticate come, di solito, accade per le cause di quei popoli prostrati dalla sconfitta, costretti ad un eroismo quotidiano, contro un potere tanto più odioso quanto più sordamente burocratico.

Chiude il gruppo delle inchieste, l'articolo Pensieri per l'infanzia, di Fiorella Orazzo, che riporta una particolare forma di esperienza pedagogica, stimolando la riflessione intorno al significato dell'infanzia e la possibilità di imparare da essa.

Infine per le recensioni, vengono analizzati due libri, il primo di Geert Lovink, dal titolo Zero Comments. Teoria Critica di Internet, a cura di Massimo Ammendola, su un argomento di strettissima attualità e che attraversa le questioni trattate dalla rivista intorno all'utilizzo della rete; il secondo di Bernard Stiegler, Reincantare il mondo - il valore spirituale contro il populismo industriale, a cura di Eleonora de Majo, che è un testo ancora inedito in Italia, ma dal quale è possibile trarre alcuni spunti di carattere filosofico sul disincanto nell'epoca della in-umanizzazione dell'uomo; il che ci pare chiudere perfettamente il cerchio con il titolo dell'editoriale con il quale abbiamo aperto il numero.

Buona lettura!

 

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