banner verdone
08
Ottobre 2012

home - indice

 

PRESENTAZIONE DEL NUMERO

 

Il numero che qui vi presentiamo (n°8) è il numero più ampio che abbiamo prodotto a partire dall’inizio delle nostre pubblicazioni. D’altra parte, vi annunciamo che questo sarà anche l’ultimo numero prima dell’avvio d’una campagna di abbonamenti. Questa campagna non eliminerà la disponibilità gratuita del pdf sul nostro sito, ma senz’altro cambierà alcuni criteri d’impaginazione e di dimensioni della nostra pubblicazione quadrimestrale.

Veniamo quindi al numero 8 e alla sua composizione. L’editoriale La politica nell’epoca del tramonto dei partiti, che qui trovate ha come tema quello del ruolo dei partiti oggi e la loro prospettiva futura. In una società come la nostra, infatti, che muta rapidamente crediamo sia essenziale domandarsi e affrontare il tema se alcune categorie politiche e, soprattutto, alcuni strumenti dell’azione politica del secolo ventesimo siano ancora oggi attuali, necessari, opportuni. Prima che un discorso teorico, riguardante il cambiamento della nostra società nella direzione della comunicazione virtuale e della riduzione della differenza fra evento e sua rappresentazione, ci spinge a tali riflessioni la serie di cambiamenti che oggettivamente ci sembra stiano presentandosi nello scenario occidentale e non solo, rispetto ai modi e alle forme della politica, e a come si organizzino e, soprattutto, quanto durino, le forme di associazione politica in questo frangente. Non lasciandoci illudere anche da quelle situazioni che possono apparire le più stabili, crediamo di trovarci di fronte ad un cambiamento importante, un cambiamento che segna la grande distanza fra noi e il secolo che ci ha preceduto.

D’altra parte, oltre ad approfittare dell’ultimo numero “a maglie larghe” prima degli abbonamenti, la ragione di una tale quantità di articoli risiede anche nello sviluppo del lavoro che stiamo portando avanti rispetto alle rubriche che abbiamo proposto negli ultimi tempi e rispetto a cui stiamo procedendo con il lavoro, cogliendo anche i primi frutti.

Per la rubrica Esperienza e rappresentazione abbiamo, infatti, in questo numero diversi articoli di approfondimento: l’articolo di G. Trapanese Esperienza (parte I), che è la rielaborazione della terza parte del seminario tenuto per scuola Critica nel 2011 di cui potete leggere le prime due parti nei numeri precedenti, gli articoli dei nostri nuovi collaboratori D. Malinconico, N. Caruso, J. Palumbo e A. D’Egidio, con, rispettivamente: Decostruire la virtualità, qualche appunto sulla nascita dell’informatica; Vigotskij e il ruolo dell’attività mediata nell’apprendimento; Note quanto mai distratte sul disincanto virtuale del mondo; In morte dell’archivio. Sullo sfondo di tali articoli si pone il tema della rubrica ed, in particolare, il carattere contraddittorio del processo di informatizzazione della produzione e della vita, processo che si sta compiendo a ritmi forzati negli ultimi anni.

In particolare, l’articolo di D. Malinconico pone in risalto quella cesura storica importante costituita dagli anni ottanta in cui si diffuse il mito dell’informatica e della liberta individuale legata al personal computer.

Oltre a questi articoli, sempre per la rubrica Esperienza e rappresentazione, abbiamo l’articolo di M. Mazzullo, che già collabora da tempo per la nostra rivista. In Se la storia può finire, uno studio a partire da Hegel e Bataille, è trattato il paradosso per cui i concetti di “fine del lavoro” e “fine della storia” sembrano avere l’uno a che fare con l’altro.

Prima delle altre rubriche compare un riporto originale di, M. Moccia, da un’esperienza statunitense e in particolare rispetto al tema dell’onnipresenza della pubblicità nella società americana (e dunque non solo quell’americana). Quest’ultimo contributo ben si addice all’idea che abbiamo provato a promuovere all’inizio del nostro progetto, quella di approfondire le forme di Americanismo oggi.

D’altra parte, per la rubrica La città dell’uomo abbiamo un contributo di un nuovo collaboratore, F. D’Onghia, intitolato Kiku piattaforma web per l’auto-ricostruzione de L’Aquila, come esempio particolare di una possibile applicazione dell’informatica al caso studio de L’aquila dopo il terremoto del 2009. La piattaforma web diventa, qui, il mezzo per spezzare dal basso l’immobilismo istituzionale di fronte al problema concreto della ricostruzione della/e città terremotata/e.

Segue un articolo di M. Ammendola, «Il lavoro rende liberi»? che mette a tema il significato del lavoro nell’epoca attuale come entità che è possibile, e forse necessario, rifiutare. La riflessione rientra nell’argomento generale, già trattato per altri versi dalla rivista, del Lavoro-non lavoro.

Precedente agli articoli della rubrica sulla transizione, si trova un’intervista di M. Mazzullo alla redazione della rivista, rappresentata per l’occasione da G. Trapanese, nella quale il dibattito verte attorno ai “massimi sistemi”, di cui sempre meno, ormai, si discute.

Apre la serie di articoli in chiave “transitoria”, un appassionato riporto, di D. Musella e A. Paolo, dal titolo Alternative curde alla “modernità capitalista” e alla Stato Nazione, dalla conferenza internazionale Sfidare la modernità capitalista. Concetti alternativi e la questione curda, tenutasi ad Amburgo nel Febbraio del 2012. Dalla lettura dell’articolo è possibile capire come mai le riflessioni su un’alternativa di sistema possano provenire proprio dall’elaborazione teorica delle voci di una Nazione “senza Stato”.

Nella stessa rubrica, trovano posto altri due articoli di G. Cosenza e R. Germano, il primo dal titolo La Costituzione antidoto contro la transizione, che analizza i principi reali soggiacenti alla nostra carta costituzionale, tutt’altro che aperta a scenari socio-economici differenti da quello attuale, il secondo intitolato Il discredito patologico nelle scienza moderna. Ovvero: su come possa divenire molesta l’evidenza empirica, in cui è trattata la difficoltà con la quale la scienza affronta i passaggi cruciali dei cambiamenti epocali di paradigma.

Abbiamo poi un’interessante intervista, ad opera di G. Trapanese, in forma di dialogo con alcuni giovani professori di scuola, avente come tema Cosa sognano i ragazzi?, che disegna il complesso quadro evolutivo dello scenario desiderante dei ragazzi di oggi.

Seguono un articolo di G. Genovese, Su scuola e cultura, che tematizza l’inadeguatezza dello stato attuale dell’istituzione scolastica e del concetto di cultura al quale essa risulta informata, e un breve articolo di M. C. Rizzo, sulle dinamiche geopolitiche che condizionano negativamente l’espressione autonoma di istanze rivoluzionarie nelle primavere arabe, intitolato La primavera araba vista dal Golfo Persico.

Infine, quanto a recensioni, questo numero ne abbonda: abbiamo G. Inverardi su Vita Liquida di Z. Bauman; A. D’Aloia con una recensione doppia su La fine della città di L. Benevolo e L’Anticittà di S. Boeri, messi a confronto; G. Imbriano su R. Koselleck e il suo testo Crisi. Per un lessico della modernità; G. Trapanese su Il crimine perfetto di J. Baudrillard.

Auguriamo a tutti buona lettura e vi invitiamo ad essere tra i primi nostri abbonati a partire dal prossimo numero.

 (torna su)